Lei lo aveva denunciato. Poi, parzialmente ritrattato. Ora vorrebbe rimettere la querela e riallacciare la relazione; ma lui resta in carcere; in custodia cautelare​

Lei lo aveva denunciato. Poi, parzialmente ritrattato. Ora vorrebbe rimettere la querela e riallacciare la relazione; ma lui resta in carcere; in custodia cautelare​


Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina aveva pronunciato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Caio, per i reati di cui agli artt. 612 bis c.p. (Atti persecutorî) - perchè costringeva la ex compagna Tizia a subire consistenti vessazioni fisiche e morali, minacce anche di morte - di cui anche all'art. 609 bis c.p. (Violenza sessuale), e da ultimo per i reati di cui agli artt. 576, 582, 585 c.p. (Circostanze aggravanti. Ergastolo - Lesione personale - Circostanze aggravanti) per averle cagionato lesioni aggravate al fine di compiere il reato di violenza sessuale. Contro detta Ordinanza - del 05.11.2018 - Caio aveva proposto ricorso al Tribunale del Riesame di Messina in data 17.12.2018 sostenuto da tre motivi: 1) Tizia avrebbe ritrattato - seppur parzialmente - il più grave fatto della violenza sessuale e ciò avrebbe reso inattendibili le altre dichiarazioni della stessa; anche in considerazione del fatto che Tizia avrebbe più volte modificato la ricostruzione dei fatti; 2) che Tizia si sarebbe riappacificata con Caio ancor prima dell'esecuzione della misura cautelare in carcere e che Tizia avrebbe più volte manifestato la volontà di rimettere la querela, ancorché non rimettibile; 3) la misura della custodia cautelare in carcere sarebbe sproporzionata rispetto alla concreta gravità dei fatti. Il Tribunale del Riesame aveva rigettato il ricorso di Caio che con gi stessi motivi è quindi ricorso per Cassazione. Con la Sentenza 36307/2019 del 21.08.2019 la Suprema Corte ha sostanzialmente confermato le prime due ordinanze pur prendendo atto della ritrattazione di Tizia rispetto alle originarie accuse di violenza sessuale, ritenendo «comunque persistente [...] il pericolo concreto di reiterazione tratto dal quadro fattuale da cui risulta che l'indagato [è] soggetto dall'indole possessiva, violenta e totalmente incapace di frenare i propri impulsi».


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